Un'evoluzione è un destino.
L'artista è l'ultimo a farsi illusioni a proposito della sua influenza sul destino degli uomini.
Fermezza di fronte al destino, grazia nella sofferenza, non vuol dire semplicemente subire: è un'azione attiva, un trionfo positivo.
L'arte non è una forza, è soltanto una consolazione.
Il tempo è un dono prezioso, datoci affinché in esso diventiamo migliori, più saggi, più maturi, più perfetti.
Le opinioni non possono sopravvivere se uno non ha occasione di combattere per esse.
La legge di evoluzione governa il mondo col giuoco di due forze, la forza conservatrice e la forza progressista.
Un altro aspetto curioso della teoria dell'evoluzione è che tutti pensano di capirla!
L'evoluzione, in fondo, è il modo in cui Dio crea.
L'evoluzione di tutte le specie viventi, compreso l'uomo, è avvenuta grazie alla selezione naturale.
L'evoluzione passa attraverso porte strette e poi chi sa se sono le porte giuste? Probabilmente sono le uniche.
L'evoluzione è tutto. La pesca, un tempo, era una mandorla amara; il cavolfiore non è che un cavolo che ha frequentato l'università.
Noi vediamo l'aspetto della natura brillare di prosperità, e vi ravvisiamo una sovrabbondanza di nutrimento; noi dimentichiamo che la maggior parte di tanti uccelli che cantano intorno a noi, vivono solo d'insetti o di sementi, e per conseguenza distruggono continuamente altri esseri viventi.
Ma l'esistenza del singolo corpo, così familiare sul nostro pianeta, non era inevitabile. L'unica specie di entità che deve esistere perché esista la vita, in qualunque parte dell'universo, è il replicatore immortale.
La vita organica, ci dicono, si è evoluta gradualmente dal protozoo al filosofo, e questa evoluzione, ci assicurano, rappresenta senza dubbio un progresso. Disgraziatamente, chi ce lo assicura è il filosofo, non io protozoo.
La storia dell'evoluzione insegna che l'universo non ha mai smesso di essere creativo o inventivo.