Il passato è come certi torturati. Duro a morire.— Stefano Benni
Il passato è come certi torturati. Duro a morire.
Non si dovrebbe parlare di Dio. Non conosciamo la sua lingua. L'Universo si manifesta e scompare senza parole, siamo noi a inventare una voce al suo terribile silenzio.
Quando dormiamo siamo tutti uguali, morfeonauti inermi nel colorato gorgo, e non conta cosa si sogna, se no saremmo tutti in galera.
L'inquinamento atmosferico è nei limiti della norma. C'è biossido per tutti. Invece non c'è felicità per tutti.
L'estate più famosa fu quella del '68. Era così caldo che i coccodrillini scappavano dalle magliette e andavano a tuffarsi nelle granite al tamarindo.
Capì di avere perso qualcosa che non sarebbe mai tornato... tutto ciò che era stato prima, ora non contava più nulla.
Se tu sapessi di più del futuro, il passato sarebbe ancora più pesante.
Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente.
Rimpiangiamo il passato anche perché lo ricordiamo male.
Il passato è costruito a partire dal presente, il quale seleziona ciò che, ai suoi occhi, è storico, vale a dire precisamente ciò che, nel passato, si sviluppa per produrre il presente.
Chi trascura di imparare in giovinezza perde il passato ed è morto per il futuro.
Niente fa rivivere il passato più intensamente di un odore che una volta vi era associato.
Il passato è un uovo rotto, il futuro è un uovo da covare.
Ognuno è fatalmente legato al passato dalla memoria delle cose, delle piccole cose che sono come molecole di noi stessi.
Il passato è un segnale di direzione, non un palo dove appoggiarsi.
Le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da vicino non producono nessun effetto, non ci si può vedere niente di bello finché non si guardano da lontano.