Chi la fortuna ha reso amico, un colpo di sfortuna rende nemico.
Or vedi che la mente che frugavaE rendeva manifesti tutti i segretiDella Natura giace prostrata,Prigioniera della notte.
In ogni avversità della fortuna, la più tremenda delle sventure è l'essere stato felice.
Ebbene, ritengo che agli uomini giovi più l'avversa che la prospera fortuna; questa infatti inganna sempre con l'apparenza della felicità, quando sembra propizia, mentre quella è sempre veritiera, quando con il continuo mutare si dimostra instabile. Questa inganna, quella istruisce [...].
Di tutte le sventure, il peggior fato è quello di essere stati felici.
Penso dunque che agli uomini giovi la sorte avversa più di quella prospera: questa, infatti, mostrandosi lusinghiera, inganna sempre con la parvenza della felicità, l'altra è sempre veritiera, mostrando la sua instabilità e la sua mutevolezza.
In ogni avversità della sorte la condizione che genera più infelicità è l'essere stati felici.
Dopo che le cose sono andate di male in peggio, il ciclo si ripeterà.
Una delle più grandi consolazione dello sperimentare qualcosa di spiacevole è la consapevolezza che uno può comunicarlo.
La dolcezza dei buoni, dei vinti, degli inermi. La dolcezza della malasorte accettata senza reclami.
Consoliamoci nelle sventure con la memoria dei beni nei tempi passati e con la coscienza che non è possibile fare che ciò che è stato non sia stato.
Se qualcosa può andar male, lo farà in triplice copia.
Colui che è veramente colpito dalla mala sorte non si deve aspettare alcuna partecipazione da parte del suo prossimo. Le disgrazie vere fanno scappare la gente.
La felicità nasce dalla sfortuna. La sfortuna è nascosta in seno alla fortuna.
Se qualcosa non può andar male, lo farà lo stesso.