Tollera ciò che accade come se avessi voluto che accadesse.
La vita è tutta una serie di mali, che a nessuno concedono lunga pace, al massimo una tregua.
È davvero un ingrato chi, quando perde qualcosa, non si sente debitore per averla avuta.
L'amore non può coesistere col timore.
Curan la fama i più, pochi l'onore.
Se la felicità consistesse nella sensualità, le bestie sarebbero più felici dell'uomo, l'umana felicità invece ha sede nell'anima, non nel corpo.
Molte coscienze inquiete sono oggi in crisi, in una crisi dolorosa, perché per esse i partiti non hanno rispettato la verità, non hanno avuto tolleranza e hanno in qualche modo tradito gli stessi ideali dai quali erano nati.
Tolleranza è sempre indice di potere sicuro; quando si sente in pericolo, nasce sempre la pretesa di essere assoluto; nasce dunque la falsità, il diritto divino del mio privilegio, l'inquisizione.
Se non siamo in grado di porre fine alle differenze, alla fine non possiamo aiutare a rendere il mondo sicuro di tollerare le diversità.
Rispetto solo coloro che mi resistono, ma non posso tollerarli.
Non possiamo tollerare né i nostri vizi tradizionali né i loro rimedi.
L'accettazione, la tolleranza e il perdono. Queste sono lezioni che cambiano la vita.
Nonostante i miei reiterati inviti alla tolleranza e all'autocritica il risultato è sconfortante.
Si diventa tolleranti soltanto nella misura in cui si perde di vigore, si cade amabilmente nell'infanzia, e si è troppo stanchi per tormentare gli altri con l'amore o con l'odio.
Che cos'è la tolleranza? È la prerogativa dell'umanità. Siamo tutti impastati di debolezze e di errori; perdoniamoci reciprocamente le nostre sciocchezze: questa è la prima legge di natura.