Il destino guida chi lo segue di buona voglia, trascina chi si ribella.
Ciò che è dato con orgoglio ed ostentazione dipende più dall'ambizione che dalla generosità.
Certe volte sentiamo dire da un ignorante: "Questo me lo aspettavo"; il saggio si aspetta tutto; qualunque cosa gli capiti, dice: "Me l'aspettavo."
Non si soffre, in effetti, per la mancanza di questi beni, ma per il pensiero della loro mancanza. Chi ha il possesso di sé non ha perso niente: ma quanti hanno la fortuna di possedere se stessi?
Spesso vogliamo una cosa e preghiamo per un'altra, senza ammettere la verità neanche agli dei.
Il saggio non si lascia mai prendere la mano dalla buona fortuna, né abbattere da quella avversa.
Ogni situazione, buona o cattiva, può arricchire l'uomo di nuove prospettive. Se abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare, allora non siamo una generazione vitale.
È il destino dell'uomo, quello di morire una sola volta.
E chissà se alla fine il destino di Romeo non era quello di essere un cornuto!
La forza che si oppone al destino è in realtà una debolezza. La dedizione e l'accettazione sono molto più forti.
Il nostro destino esercita la sua influenza su di noi anche quando non ne abbiamo appresa la natura: il nostro futuro detta le leggi del nostro oggi.
In qualsiasi momento della vita si può prendere in mano le redini e cambiare il proprio destino.
Destino. Misteriosa entità che dovrebbe controllare tutte le sorti umane e che viene invocata soprattutto da chi sbaglia per scusare il proprio insuccesso e dai tiranni per giustificare i propri crimini.
E non bisogna pensare che siano cose che succedono per caso, no... e nemmeno per una questione di diottrie, è il destino quello. Quella è gente che da sempre c'aveva già quell'istante stampato nella vita.
La ragione umana deve soltanto volere con più forza del destino, ed è il destino.
Gli uomini si dividono in due schiere: quelli che nascono perché il loro destino è di vivere e quelli che nascono perché il loro destino è di morire.