La bocca parla per l'abbondanza del cuore.
— San Matteo evangelista
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La nostra interpretazione
Le parole che escono dalle labbra rivelano ciò che trabocca nell’interiorità. Quando il cuore è colmo di bontà, sincerità e dedizione, il linguaggio spontaneamente si fa mite, incoraggiante, capace di dare conforto e speranza. Al contrario, quando dentro prevalgono risentimento, invidia o orgoglio, prima o poi emergono giudizi duri, sarcasmo, menzogne o indifferenza. Non si tratta solo del singolo gesto o della frase isolata, ma di una continuità: nel tempo, il modo di parlare diventa lo specchio più sincero della qualità delle intenzioni, dei desideri e dei legami che abitano il cuore.
Questa prospettiva invita a un esame interiore: invece di fermarsi alla superficie delle conversazioni, sollecita a chiedersi quali radici emotive e morali alimentino il dialogo con gli altri. Spinge a coltivare dentro di sé ciò che si vorrebbe donare con la voce: pace, rispetto, tenerezza, verità. In questa dinamica la parola non è solo strumento, ma frutto maturo di un lavoro nascosto su di sé. Chi cura il proprio mondo interiore, pur con fragilità e limiti, finisce col trasformare il linguaggio in un segno concreto di purezza, di amore autentico e di benevolenza verso chi lo ascolta.
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