Il denaro è lo sterco del diavolo.
All'affamato spetta il pane che si spreca nella tua casa.
Se ciascuno si accontentasse del necessario e donasse ai poveri il superfluo, non vi sarebbero né ricchi né poveri.
Le mogli devono essere sottomesse ai propri mariti, come la Chiesa a Cristo.
Ho perso un bel po' di tempo nell'andar dietro alle vanità; ho speso tutta la mia giovinezza in occupazioni inutili, in quanto mi ero buttato totalmente ad apprendere delle dottrine proprie di una sapienza che Dio aveva definito stoltezza.
Il denaro è quello spirito universale, che per lo tutto infondendosi, lo anima e lo muove, ed è virtualmente ogni cosa, lo stromento degli strumenti, che ha la forza d'incantare lo spirito de' più savi e l'impeto de' più feroci.
Il denaro è come un braccio o una gamba: o lo usi o lo perdi.
Il confronto tra la "friabilità" del denaro e la solidità della "Parola di Dio", in questo contesto di conclamata emergenza del "sistema finanziario" occidentale (e quindi mondiale), appare con la folgorazione di un'evidenza semplicemente plateale.
I soldi differiscono da un'automobile, da una padrona o da un cancro nell'essere ugualmente importanti per quelli che li hanno e per quelli che non li hanno.
Sono l'unica persona che conosco che è riuscita a perdere un quarto di un miliardo di dollari in un solo anno è qualcosa che ti forma il carattere.
I soldi modellano la vita a propria immagine e quantità.
I soldi possono portare un po' di felicità. Ma a un certo punto portano solo altri soldi.
Il denaro non riuscirà mai a ripagarci per ciò che noi facciamo per lui.
Il denaro è timido e sfuggente, lo si deve corteggiare e conquistare con metodi analoghi a quelli usati da un innamorato cui non manca la determinazione per sedurre la donna preferita.
Quattrini e cretini non si fanno compagnia.