Anche il più grande criminale ha il cinque per cento di bontà.
La prima cosa per riuscire nell'educazione è di sapere qualche cosa sui ragazzi in genere, e poi sul vostro ragazzo in particolare.
Il carattere è, per lo più, il risultato della cultura o dell'ambiente sociale.
Il buon senso è forse la qualità più preziosa e più valida nel carattere di una persona.
Fino a qualche tempo fa, ho creduto nella verità del detto: "Un bastone e un sorriso possono superare qualsiasi difficoltà", ma poi la mia ulteriore esperienza mi ha rivelato che in genere si può lasciare a casa il bastone.
Certo che ho avuto una fortuna fantastica! Ma la fortuna è un po' come il coraggio: può darsi che in parte venga da sé, ma in gran parte si può farsela da soli.
I buoni non amano disputare. Coloro che amano disputare non sono buoni.
Diventare uomo buono veramente è, bensì, arduo, tetragono di mani, di piedi e di mente, forgiato senza difetto.
La bontà è un cammino estremamente severo e, nella sua severità, conosce l'urgenza della discrezione. E della forza. Perché la bontà, come l'amore, richiede forza, la grande e immensa forza dello Spirito.
La semplice bontà può ottenere poco contro il potere della natura.
Ad una persona buona non può capitare nulla di male: né in vita né in morte, le cose che lo riguardano non vengono trascurate dal Dio.
La bontà è un capriccio del temperamento e non abbiamo il diritto di rendere gli altri vittime dei nostri capricci, seppure di umanità o di tenerezza.
I miei anni non sono molti, eppure sento già che la bontà non è che un'accozzaglia di sillabe sonore; non l'ho trovata in nessun luogo.
La bontà, che non è mai bonacciona, è difficile perché presuppone la forza di fare i conti con la complessità del reale, in cui coesistono bene e male, fraternità e violenza.
L'uomo buono deve mostrare nelle sue parole come pensa e nelle sue opere come agisce.
Essere buoni con chi non ti ha caro richiede non solo molta benevolenza ma anche molto tatto.