Non nella novità, ma nell'abitudine troviamo i piaceri più grandi.
Bisogna ammettere che se il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce, gli è che questa è meno ragionevole del nostro cuore.
Sicuramente siamo tutti dei Narcisi, che amano e detestano la propria immagine, ma sono indifferenti a tutte le altre.
Quando un amore è la nostra vita, che differenza c'è tra vivere insieme e morire insieme?
I presentimenti veri si formano a delle profondità che il nostro spirito non visita. Talvolta essi ci fanno anche compiere degli atti che interpretiamo del tutto alla rovescia.
Per uno spirito che progredisce, la pigrizia non esiste.
L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
L'abitudine è la grande guida della vita umana.
L'abitudine al lavoro modera ogni eccesso, induce il bisogno, il gusto dell'ordine; dall'ordine materiale si risale al morale: quindi può considerarsi il lavoro come uno dei migliori ausiliari dell'educazione.
In genere le catene dell'abitudine sono troppo leggere per essere avvertite finché non diventano troppo pesanti per essere spezzate.
Prendere un'abitudine è cominciare a cessare di essere.
La libertà quando comincia a mettere radici è una pianta di rapida crescita.
L'abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente, cresce a poco a poco nutrendosi della nostra inconsapevolezza, e quando scopriamo d'averla addosso ogni fibra di noi s'è adeguata, ogni gesto s'è condizionato, non esiste più medicina che possa guarirci.
Non cambierò di certo le mie abitudini o i miei comportamenti per paura. Neppure se il senso comune e l'opinione pubblica li condannassero.
La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
Niente è più forte dell'abitudine.