Quando sto davanti a te alla fine del giorno, tu dovresti vedere le mie cicatrici e sapere che io ho avuto le mie ferite e anche le mie guarigioni.

Rabindranath Tagore
1

La nostra interpretazione

In queste parole emerge l’idea di un incontro autentico, in cui nulla viene nascosto e nulla è mascherato dalla paura del giudizio. La presenza dell’altro, posto davanti a chi parla alla fine del giorno, diventa il luogo in cui la vita interiore e le esperienze passate sono riconosciute e accolte. Le cicatrici rappresentano le sofferenze attraversate, le cadute e le fratture che hanno segnato il cammino. Non sono però solo segni di dolore, ma anche di resistenza, trasformazione e rinascita. Accanto alle ferite, infatti, ci sono le guarigioni: momenti in cui il male è stato compreso, superato o trasformato in consapevolezza. L’invito implicito è a mostrarsi per intero, senza finzioni, perché solo un rapporto sincero sa vedere e accettare tanto la fragilità quanto la forza che nasce dal superarla. L’amore o la relazione che viene suggerita è quella in cui l’altro non pretende perfezione, ma è disposto a contemplare la storia completa della persona, fatta di crepe, cure, cadute e riprese. In questa luce, il contatto umano diventa un atto di riconoscimento profondo, dove la vulnerabilità non è più qualcosa da occultare, ma il ponte che permette un’unione più vera e rispettosa.

Altre frasi di Rabindranath Tagore

Tutte le frasi di Rabindranath Tagore

Altre citazioni sugli stessi argomenti