Perché ogni sorta di carità fomenta l'ozio e l'imprevidenza.
I così detti istituti pii, quanto meglio sopprimergli e incamerargli!
Onde interrogare qualche volta la coscienza, raccogliersi nello spirito o contemplar la natura, è senz'altro voglia di far niente.
Non vi è cosa, che più all'uomo importi ed a cui sventuratamente meno egli pensi, quanto il conoscer sé stesso, il suo destino, lo scopo della sua esistenza e la miglior maniera di avverarlo.
Solamente tra le morali e politiche lecita l'economia per ragioni facili a capirsi.
Del resto non importa tanto essere onesti, quanto onorati.
Cerca la solitudine, ma col prossimo non mancare di carità.
Per quanto delicatamente sia mascherata, la carità è sempre orribile; c'è un disagio, quasi un odio segreto, tra colui che dà e colui che riceve.
La prima virtù di cui ha bisogno l'anima che tende alla perfezione è la Carità.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
Opera la carità col cuore, che è carità indefinita, non colla mano, che è misurata.
Passa la bellezza, come profumo all'aria, e il suo ricordo sarà un rimpianto. Dura invece la bontà, come l'incenso nel chiuso tabernacolo, la carità fatta non invecchia mai, ed è sempre sorella alla carità da farsi.
Colui che aspetta di fare un grande atto di carità tutto in una volta non farà mai nulla.
La carità comincia a casa propria, e la giustizia dalla porta accanto.
La fede, che sola giustifica il peccatore, non può mai andare separata dalla carità, alla quale si accompagna sempre.
Superiori di gran lunga a tutti i grandi sapienti della terra saran sempre reputati que' pietosi, che al soccorso de' poveri fratelli consacrarono la vita.