Chi è infamato una volta, non aspetti più perdono.
La pena di morte, oltre che non cura la emendazione della vittima, spegne una vita, non le importa se depravata o santificata dalla sventura, e le basta ad altrui spavento un capo mozzo o un cadavere appeso.
Non vi è cosa, che più all'uomo importi ed a cui sventuratamente meno egli pensi, quanto il conoscer sé stesso, il suo destino, lo scopo della sua esistenza e la miglior maniera di avverarlo.
Onde interrogare qualche volta la coscienza, raccogliersi nello spirito o contemplar la natura, è senz'altro voglia di far niente.
Il sacrificio di sé, affatto un atto di pazzia.
Chiunque cade nel malanno, non rimproveri altri, che se medesimo.
È un infame chi pretende dalla moglie il pudore, ma seduce le donne altrui.