A Milano ci sono due squadre: l'Inter e la primavera dell'Inter.
Ho una scaramanzia. La domenica compro la Settimana enigmistica e cerco di risolvere i quesiti della sfinge. Credo che riuscendoci l'Inter poi vinca.
La Juventus è come una malattia che uno si trascina dall'infanzia. Alla lunga ci si rassegna.
Sto preparando lo striscione del Milan Club Marsiglia. C'è già lo sponsor: l'Enel.
Per questo preferisco di gran lunga l'autunno alla primavera, perché in autunno si guarda il cielo. In primavera la terra.
L'uomo è come un albero e in ogni suo inverno levita la primavera che reca nuove foglie e nuovo vigore.
Col Vaticano II ci aspettavamo la primavera e invece è venuto l'inverno.
La primavera cominciò un po' di tempo prima e l'erba si vedeva appena e noi stavamo bene.
Non c'è che una stagione: l'estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L'autunno la ricorda, l'inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla.
Lo sai, seguo il consiglio: ogni volta che passo davanti ad un mandorlo in fiore mi tolgo il cappello.
Nessun uomo può assaporare i frutti dell'autunno mentre si sta deliziando il suo olfatto coi fiori della primavera.
Ci sono delle piogge primaverili deliziose in cui il cielo sembra piangere di gioia.
Sebbene le uova fresche contengano aspirina, i galli hanno mal di testa, e scalciano tuttavia; sono nervosi i pulcini che sgusciano in primavera.
È incredibile come Milano, certe volte, sappia diventare bella a primavera!