Considerando com'è il mondo, un giorno di felicità può dirsi quasi un miracolo.
L'ora più buia è quella che precede il sorgere del sole.
Chi ha già perso qualcosa che riteneva di avere garantito finisce per capire che nulla gli appartiene.
Non devi lottare contro i tuoi pensieri: sono più forti di te. Se vuoi liberarti di essi, accettali. Segui il loro corso e vedrai che, alla fine, si stancheranno e ti lasceranno in pace.
Tu sei una persona diversa, che vuole essere uguale. E questo, dal mio punto di vista, è considerato una malattia grave.
Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell'essere umano.
Il difetto peggiore di un carattere troppo indeciso e troppo disposto a cedere è che rifiuta qualsiasi influenza costante, nessuna impressione è mai duratura e chiunque può fargli mutar parere. Chi vuole la felicità impari ad avere opinioni salde.
Coloro che non furono mai sventurati, non sono degni della loro felicità.
Se la felicità fosse nei piaceri del corpo, diremmo felici i buoi, quando trovano veccie da mangiare.
La qualità più utile alla nostra felicità è quella di bastare a noi stessi, di essere tutto a noi stessi in ogni cosa e di poter dire omnia mea mecum porto.
La felicità è come quando si inghiotte improvvisamente uno spicchio splendente di sole nel pomeriggio.
La felicità non sta nell'assenza dei contrasti, ma nell'armonia dei contrasti. È questa armonia a essere costruttiva.
La felicità è un modo di vedere.
Gli uomini non conoscono la propria felicità, ma quella degli altri non gli sfugge mai.
Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. E' per questo che l'uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione.
Il sommo bene, cioè la felicità, non cerca al di fuori mezzi per realizzarsi; è un bene interiore e nasce tutto da se stesso; diventa schiavo della sorte se ricerca una parte di sé all'esterno.