La vera, forse l'unica identità cristiana è la santità.
La Chiesa non intende più dominare la società, ma camminare con gli uomini.
Noi sappiamo che la fede non è né una camomilla né una consolazione, ma una fonte di interrogativi, di inquietudini, di non appagamento.
Non si nasce santi; lo si diventa con molte tribolazioni e dolori.
Santo è, nel senso più esatto della parola, l'uomo che realizza più integralmente la propria personalità, ciò che deve essere.
Vorremmo diventare santi in un giorno... Cerchiamo invece di essere fedeli a cooperare con le grazie che Dio ci accorda, ed egli non mancherà di portarci alla realizzazione dei suoi progetti.
Il santo piange, ed è umano. Dio tace. Per questo possiamo amare il santo ma non possiamo amare Dio.
La santità altro non è che una proposta di vita che produce un piacere che dura.
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Nessuno ritenga che la santità sia patrimonio di pochi prescelti. Tutti sono obbligati senza eccezione alcuna.
Il miglior modo di onorare i santi è di imitarli.
Neppure i santi del Signore sono in grado di narrare tutte le sue meraviglie.
Se si può essere un santo senza Dio, è il solo problema concreto che io oggi conosca.