Pensare che non l'ho, sentire che l'ho perduta. Sentire la notte immensa, più immensa senza di lei.

Pablo Neruda
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La nostra interpretazione

In queste parole si riflette un dolore che nasce dalla consapevolezza della perdita. Non si tratta solo di sapere con la mente che l’altro non c’è più, ma di sentirlo nel corpo, nei pensieri, nella percezione di ogni istante. Il distacco affettivo diventa una ferita che cambia il modo in cui si guarda il mondo. La notte, simbolo di solitudine e introspezione, sembra ampliarsi oltre misura proprio perché manca una presenza amata. Tutto ciò che prima aveva un senso condiviso ora appare vuoto, più grande e spaventoso, come se gli spazi si dilatassero per sottolineare un’assenza. La memoria della persona amata, pur continuando a vivere interiormente, non basta a colmare il vuoto reale. Da un lato c’è il ricordo vivo, dall’altro la constatazione che quel legame nel presente non esiste più. Questo crea una tensione dolorosa: si porta dentro un amore che non trova più un destinatario concreto. La sensazione di perdita diventa allora un modo di percepire il tempo, la notte, il silenzio, che si trasformano in specchi di un’assenza insopportabile ma allo stesso tempo impossibile da dimenticare.

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