Chissà se un giorno, guardando negli occhi di chi ti avrà dopo di me cercherai qualcosa che mi appartiene.

Pablo Neruda
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La nostra interpretazione

Le parole evocano il momento in cui un amore è finito, ma la presenza dell’altro continua a vivere nella memoria e nel confronto. Chi parla immagina la persona amata nelle braccia di qualcuno che verrà dopo, e si domanda se, in quello sguardo rivolto a un nuovo volto, ci sarà ancora un’ombra di lui, un dettaglio, una mancanza, un confronto silenzioso. Non si tratta solo di gelosia, ma di un desiderio sottile di permanenza: il bisogno che ciò che è stato condiviso non si dissolva del tutto, che il proprio passaggio nel cuore dell’altro non venga cancellato. Affiora la paura di essere sostituiti, ma anche la speranza di rimanere come misura segreta di paragone, come impronta invisibile. In filigrana si avverte l’asimmetria dei sentimenti: chi parla è ancora legato, mentre l’altro sta andando avanti. Questo squilibrio rende più doloroso immaginare un futuro in cui l’amore è cambiato volto, ma forse non del tutto cancellato nella memoria emotiva di chi se ne è andato.

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