La banalizzazione è il prezzo della comunicazione.
Se Dio fosse il punto d'arrivo di un ragionamento, non sentirei alcuna necessità di adorarlo. Ma Dio non è solo la sostanza di ciò che spero, è anche la sostanza di ciò che vivo.
Nei Paesi borghesi come in terra comunista l'"evasione dalla realtà" è deplorata in quanto vizio solitario, perversione debilitante e abietta. Tale "evasione" è la fugace visione di splendori perduti e la probabilità di un verdetto implacabile sulla società attuale.
Educare l'uomo è impedirgli la "libera espressione della sua personalità".
Chi disprezza cose che sappiamo degne di rispetto ci pare soltanto fastidioso e grottesco, ma non riusciamo a perdonare chi disprezza cose che stimiamo senza essere sicuri che meritino la nostra stima. L'incertezza è permalosa.
Adattarsi è sacrificare un bene remoto a un bisogno immediato.
Si deve sapere che una banalità, anche se torna continuamente a capo, non è ancora una poesia.
La banalità è il travestimento di una potentissima volontà tesa ad abolire la coscienza.
Tutti dobbiamo morire, tutti quanti, che circo! Non fosse che per questo dovremmo amarci tutti quanti e invece no, siamo schiacciati dalle banalità, siamo divorati dal nulla.