Il dolore ha certi limiti che non conviene oltrepassare.
L'incertezza è penosa per tutti i popoli e per tutti gli uomini.
Non bisogna essere severo e debole nello stesso tempo.
Bisogna non vedere, ma quando si è visto, è necessario saper punire.
Chi si abbandona al dolore senza resistenza o si uccide per evitarlo abbandona il campo di battaglia prima di aver vinto.
Senza giustizia non vi è forza.
Non ci consoliamo dei dolori, ce ne distraiamo.
In questa valle di dolore e di lagrime ho l'onore di trovarmi bene.
Il dolore non esiste per chi s'innalza verso l'ora triste con la forza d'un cuore sempre giovine.
Nessuno è separato da nessuno. Nessuno lotta per se stesso. Tutto è uno. L'angoscia e il dolore, il piacere e la morte non sono nient'altro che un processo per esistere. La lotta rivoluzionaria in questo processo è una porta aperta all'intelligenza.
Il dolore è il grido dall'allarme della natura. È l'avvertimento sommario del complesso psichico contro l'aggressione di un estraneo.
Se è vero che ci si abitua al dolore, come mai con l'andare degli anni si soffre sempre di più?
Ogni dolore che non distacca è dolore perduto.
Il limite estremo della grandezza dei piaceri è la rimozione di tutto il dolore. Dove sia il piacere, e per tutto il tempo che vi sia, non vi è posto per dolore fisico, o dell'anima, o per l'uno e l'altro insieme.
Se del dolore in se stesso non si è avuta già perfetta conoscenza in principio, come si potrà essa avere successivamente?
Pace, pace una volta al mio tormento, Stanco di più patir, dai suoi legami Fugge il mio spirto, e si dilegua al vento.