L'ignoranza è la madre delle tradizioni.
Ci sono molte persone che considerano necessario soltanto il superfluo.
La tirannia di un principe in un'oligarchia non è pericolosa per il bene pubblico quanto l'apatia del cittadino in una democrazia.
Di solito coloro che hanno un grande spirito l'hanno ingenuo.
Gli accidenti della fortuna si riparono facilmente: quello a cui non possiamo porre riparo sono gli eventi che nascono incessantemente dalla natura delle cose.
L'amicizia è un contratto col quale ci obblighiamo a fare piccoli favori agli altri perché gli altri ce ne facciano di grandi.
Gli ignoranti saranno sempre ignoranti, perché la forza è nelle mani di chi ha interesse che la gente non capisca, nelle mani del governo, dei neri, dei capitalisti...
È meglio celare la propria ignoranza; soltanto è difficile nell'abbandono e nel vino.
Di tutte le bestie selvagge, l'ignoranza è la più difficile da trattare.
L'inizio di una conoscenza, che sia di persone oppure di cose, consiste nell'ottenere un contorno definito della nostra ignoranza.
L'ignoranza è un po' come l'alcool: più se ne ha, meno si percepisce l'effetto.
L'ignoranza è la madre della devozione: è una massima proverbiale, che l'esperienza generale conferma. Ma cercate un popolo interamente privo di religione. Se lo troverete, siate certi che vi apparirà di poco superiore ai bruti.
La nostra ignoranza si estende a mondi sempre più lontani.
Non è la più vituperevole ignoranza quella che consiste nel credere di sapere ciò che non si sa?
L'ignoranza non sarebbe l'ignoranza, se non si riputasse da più che la scienza.
Se la conoscenza può creare dei problemi, non è con l'ignoranza che possiamo risolverli.