La mia allegrezza è la malinconia.— Michelangelo
La mia allegrezza è la malinconia.
Si affermano mille menzogne sui più celebri pittori, e la prima è il dire che essi sono strani, e che la loro conversazione è dura e insopportabile. E così, non la gente moderata, ma quella stupida, li giudica fantastici e capricciosi.
L'attesa è il futuro che si presenta a mani vuote.
Vivo ed amo nella peculiare luce di Dio.
Desti a me quest'anima divina e poi la imprigionasti in un corpo debole e fragile, com'è triste viverci dentro.
La Terra desolata, senza uomini, soltanto l'amore dell'uomo per se stesso la immagina in preda alla desolazione. In realtà, la Terra è desolata di non essere desolata. Purtroppo, di una Terra realmente desolata, non conosceremo mai la profonda allegria.
L'allegria è uno stato dell'animo che accresce e sostiene la forza del corpo ad agire; la tristezza al contrario, è uno stato dell'animo che ostacola e diminuisce la forza come l'ingegno.
Alcuni prati hanno tutta l'allegria di vecchi cimiteri.
La variopinta allegrezza della città capitale e residenza imperiale si nutriva molto chiaramente ‐ mio padre l'aveva detto tante volte ‐ del tragico amore dei paesi della Corona per l'Austria: tragico, perché eternamente non ricambiato.
Credo che scappino da me le cose allegre.
La primavera è quando hai voglia di fischiare anche se hai una scarpa piena di fanghiglia.
Alcuni giorni non ci sarà una canzone nel tuo cuore. Canta comunque.
Certe notti sei solo più allegro, più ingordo, più ingenuo e coglione che puoi. Quelle notti son proprio quel vizio che non voglio smettere, smettere mai!
Non mi piacciono le persone allegre a ogni costo. Preferisco allora quelle tristi a ogni costo, perché almeno c'è qualcosa di più reale: non è tutto bello.
Eppure un guizzo solo di primavera basta a rendere allegra l'anima vedova, a mutare in piani di esaltata Arlecchina queste ostinate gramaglie.