Io non sono omosessuale, non sono eterosessuale, sono solo sessuale.
Mia madre lo venne a sapere da un telegiornale, fu difficile all'inizio. Mi fece una scenata: Cosa dico alla vicina? Nulla, non dirle nulla mamma. E poi se amo un uomo o una donna che importanza ha per te? Lei mi guardò e poi mi disse: "È vero, non ha nessuna importanza".
In un istante è diventato chiaro per me che vivere una vita gay senza riconoscerlo pubblicamente, semplicemente non è abbastanza per dare un contributo significativo per l'immenso lavoro che ci attende sulla strada della completa uguaglianza.
Gli omosessuali, non potendo sposarsi, si adottano tra di loro.
Lesbiche, gay, bisessuali e transgender americani sono nostri colleghi, insegnanti soldati, amici, i nostri cari e sono cittadini a tutti gli effetti, uguali a noi e meritano i diritti di cittadinanza. Questo include il matrimonio.
Ecco, si può sperare che l'omofobia diventi questo: un repertorio di innocui stereotipi che pochi imbecilli prendono sul serio, mentre tutti gli altri ci giocano.
Io sono favorevole agli omosessuali perché, grazie a loro, aumenta la richiesta di veri maschi.
L'omosessualità è un dono del cielo se la si vive senza abbagli e se si investe la sua passionalità nella propria solitudine.
I gay sono le più dolci, più gentili, calorose, riflessive e artistiche persone del mondo. E fin dall'inizio dei tempi hanno ricevuto solo calci.
Nessuno ci convincerà mai che un omosessuale possa avere in sé le condizioni e le esigenze di condotta che ne potrebbero fare un vero Rivoluzionario, un vero Comunista militante. Una deviazione di questa natura si scontra con il concetto che noi abbiamo di come dev'essere un militante comunista.
Non vedo perché vergognarsi delle storie d'amore omosessuali, o perché farne una questione.