Non è necessario vestire una scimmia per vedere una scimmia vestita.— Massimo Fini
Non è necessario vestire una scimmia per vedere una scimmia vestita.
L'uomo approccia la realtà con l'attitudine del cronista, la donna con quella del romanziere: sfuma, allude, sottende.
Chiunque abbia avuto una ragazza che è stata dalle Orsoline, dalle Marcelline o in altri istituti di suore sa i piaceri che se ne possono ricavare. Lei si vergogna e si eccita della propria vergogna. Una miscela esplosiva.
Le donne amano gli stronzi. Lo stesso vale e probabilmente a maggior ragione per l'uomo. Tanto più lei è arrogante, scostante, con la puzzetta sotto il naso tanto più se, naturalmente, è anche bella, ma in genere le cose vanno di pari passo eccita l'uomo.
Di tutti i sensi l'olfatto è forse il più intransigente e il naso può diventare decisivo in quel corpo a corpo che è, in definitiva, l'atto sessuale.
Disumano per l'esattezza e la perfezione delle sue proporzioni, il culo è anche molto umano. Mentre la perfezione è, per ciò stesso, inespressiva, il culo è la parte più eloquente del corpo.
Che cos'è per l'uomo la scimmia? Un ghigno o una vergogna dolorosa. E questo appunto ha da essere l'uomo per il superuomo: un ghigno o una dolorosa vergogna.
Ancora oggi l'uomo è più scimmia di qualsiasi scimmia.