Nella mia storia di regista c'è, non so perché, la propensione all'azzardo.
Per me il teatro musicale è stata una scoperta tardiva che mi ha aiutato a far tornare nel mio lavoro un rapporto con la musica, con la dimensione visivo-temporale, che era quella che contraddistingueva i miei inizi.
Io guardo alla vita come se fossi il direttore di crociera sul Titanic. Posso non arrivare fin là, ma ci sto andando in prima classe.
Rischia! Rischia tutto! Non ti preoccupare più delle opinioni degli altri, per quelle voci. Fai la cosa per te più difficile nella terra. Agisci per te stesso. Affronta la verità.
In amore come in politica, l'arte di osare è il mezzo per trionfare.
Se hai dei sogni devi agire per realizzarli, o almeno provarci.
L'arte del decoratore consiste nel fare nelle case altrui quello che non ci si sognerebbe mai di fare nella propria.
L'esperienza mi ha insegnato questo: se attendi il momento ideale, nel quale tutto è sicuro e garantito, può darsi che quel momento non arrivi mai. E allora non si scalano montagne, non si vincono le corse e non si raggiunge la felicità.
È molto meglio osare cose straordinarie, vincere gloriosi trionfi anche se screziati dall'insuccesso, piuttosto che schierarsi tra quei poveri di spirito che non provano grandi gioie né grandi dolori, perché vivono nel grigio e indistinto crepuscolo che non conosce né vittorie né sconfitte.
Ogni giorno di più mi convinco che lo sperpero della nostra vita risiede nell'amore che non abbiamo donato, nei poteri che non abbiamo utilizzato, nella prudenza egoistica che scansa ogni rischio e che, eludendo il dolore, rinuncia del pari alla felicità.
Meglio sentire una corda che si spezza che non avere mai teso l'arco.
Un impeto irresistibile mi dona la forza e mi impone di osare il sempre più alto e il sempre più duro, di mettere in luce l'estremo che c'è in me.