Noi diciamo la morte per semplificare, ma ce ne sono quasi quante le persone.
L'idea che si morirà è più crudele del morire, ma meno dell'idea che un altro sia morto.
Più della psicologia stessa, la sofferenza la sa lunga in materia di psicologia.
La generosità non è spesso che l'aspetto interore che prendono i nostri sentimenti egoistici quando non li abbiamo ancora nominati e classificati.
Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia.
La saggezza non si riceve, bisogna scoprirla da sé dopo un percorso che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché è un modo di vedere le cose.
Chissà se ciò che è chiamato morire è vivere, oppure se vivere è morire.
Cerchiamo d'entrare nella morte a occhi aperti.
Il primo sintomo della morte é la nascita.
La morte viene silenziosa come un alce, dai vivi ci separa con il taglio di una falce.
Dopo la morte attendono gli uomini cose che non sperano e neppure immaginano.
Ed è il pensiero della morte che, in fine, aiuta a vivere.
Chi ben condusse sua vita male sopporterà sua morte.
Prima di morire voglio sentire l'urlo di una farfalla.
Muore giovane chi è caro agli dei.
Un bel morir tutta la vita honora.