Si diventa morali non appena si è infelici.
Le prime apparizioni che fa nella nostra esistenza un essere destinato a incontrare più tardi il nostro favore assumono retrospettivamente ai nostri occhi un valore di avvertimento, di presagio.
Il genio artistico agisce come quelle temperature estremamente elevate che hanno il potere di dissociare le combinazioni di atomi e di raggrupparli in un ordine assolutamente contrario, rispondente a tutt'altro tipo.
Le passioni politiche sono come le altre, non durano.
La felicità è benefica al corpo, ma è il dolore quello che sviluppa le facoltà dello spirito.
L'essenza della musica è di svegliare in noi quel fondo misterioso della nostra anima.
Fino ad ora, sulla morale ho appreso soltanto che una cosa è morale se ti fa sentire bene dopo averla fatta, e che è immorale se ti fa star male.
Non resta altro mezzo per rimettere in onore la politica, si devono come prima cosa impiccare i moralisti.
Quando la morale viene fondata sulla teologia e il diritto su un'autorità divina, le cose più immorali, più ingiuste e più vergognose possono avere il loro fondamento in Dio e venir giustificate.
Più profittevole al mondo è chi abbia lasciato un solo precetto di morale, una sola sentenza risguardante la vita, che non un geometra, avesse egli pure scoperte le più belle proprietà del triangolo.
Il più grande moralista dei tempi moderni è stato senza dubbio Jean Jacques Rousseau, il conoscitore profondo del cuore umano, che attingeva la sua saggezza non nei libri ma nella vita, e che destinava la sua dottrina non alla cattedra, ma all'umanità.
La morale è come la magia. Parla in continuazione dell'uomo perfetto, ma non sa cosa sia l'uomo reale.
La morale è ciò che resta della paura quando la si è dimenticata.
La moralità basata sulle idee o su un ideale è un male non mitigato.
La morale migliore in questo mondo dove i più pazzi sono i più savi di tutti, è ancora di dimenticare l'ora.