L'umiltà è l'anticamera di tutte le perfezioni.
I maschi sono particolarmente audaci con le ragazze povere.
Essere felice, questo non è un buon segno, è che la sfortuna ha perso il treno, e arriva con il seguente.
La vita giunge sempre a una brutta fine.
L'umiltà è come una bilancia: più ci si abbassa da una parte, più ci si innalza dall'altra.
L'esperienza non dà certezza né sicurezza, ma anzi aumenta la possibilità di errore. Direi che è meglio ricominciare ogni volta da capo con umiltà perché l'esperienza non rischi di tramutarsi in furbizia.
Nella realtà odierna l'unico modo di risolvere le divergenze è il dialogo ed il compromesso, la comprensione umana e l'umiltà.
L'umiltà, quando diventa una virtù divina, fa tabula rasa: non si accontenta più di vincere l'orgoglio, di appiattirne gli eccessi; scava l'abisso della piccolezza, perché l'Amore di Dio possa riempirlo della sua presenza, per attirare questo amore con maggiore violenza ed audacia.
L'umiltà è quella virtù che, quando la si ha, si crede di non averla.
La virtù dell'umiltà è necessaria massimamente a coloro che sono costituiti in dignità, perché più facilmente sono esposti alla superbia. Questa virtù è il fondamento di tutta la vita cristiana.
L'umiltà è la virtù più difficile da conquistare; niente di più duro a morire del desiderio di pensar bene di sé stessi.
Il senso del nostro essere soggetti all'errore e il senso della nostra debolezza [...] dovrebbero renderci modesti e umili.
Tenetevi sempre saldi nell'umiltà.