Il futuro non esiste che al presente.
L'uomo è miserabile senza Dio? Possibile, ma l'uomo con Dio è un miserabile.
La vecchiaia è un alibi.
Scandalo è non darlo.
È più che impossibile, è difficile.
Le scienze sono degli occhiali per ingrandire i problemi.
La venerazione del passato conduce a un pessimismo ingiustificato sul presente e impedisce di capire che l'avvenire non è già più quello che era.
Il futuro non è mai solo accaduto, è stato creato.
La verità è che non sai cosa succederà domani. La vita è una corsa folle, e niente è garantito.
Il passato ci appartiene, ma noi non apparteniamo al passato: noi siamo del presente. Costruiamo il futuro, ma non siamo del futuro.
Non potremmo in alcun modo capire il futuro se non tenessimo conto del passato.
L'uomo dell'avvenire dovrà nascere fornito di un cervello e di un sistema nervoso del tutto diversi da quelli di cui disponiamo noi, esseri ancora tradizionali, copernicani, classici.
La gente guardava con fiducia anche al futuro, come non avrebbe fatto mai più.
Progetti per l'avvenire, studi, impieghi, trafile, non li preoccupavano più di quanto il far la guardia alle pecore possa tentare un cane di lusso.
Il passato, a ricordarsene, è più bello del presente, come il futuro a immaginarlo. Perché? Perché il solo presente ha la sua vera forma nella concezione umana; è la sola immagine del vero; e tutto il vero è brutto.
Sorge all'orizzonte il contrario del mondo che veneriamo, e del mondo che viviamo e che siamo. Non resta, che o eliminare le nostre venerazioni o eliminare noi stessi. Quest'ultima cosa è il nichilismo.