La morte è una cosa rapida, chiara, che non ammette compromessi.
La morte del corpo non è la fine dello spirito, ma solo una tappa del viaggio, come quando nei tempi andati si cambiava diligenza.
Mi scrive l'amica di Londra: "A giudicare da certi cimiteri ci sarebbe da pensare che noi trattiamo i nostri cari meglio da morti che da vivi.
Nonostante la vita sia un misto di dolore e tristezza, dobbiamo vivere aspettando la morte.
Una bella morte... che sciocchezza, la morte non è mai bella, la morte è laida, sempre, è la negazione della vita.
Perché temi il tuo ultimo giorno? Esso non contribuisce alla tua morte più di ciascuno degli altri.
Morte è quanto vediamo stando svegli, sonno quanto vediamo dormendo.
Molte persone muoiono a venticinque anni e non vengono sepolti fino a quando non ne hanno settantacinque.
Non puoi sapere dove ti attenda la morte: perciò aspettala dovunque.
Veder la china, il baratro profondo, la via senza ritorno, ultima via... Triste non è il tramonto, amica mia, triste è dover assistere al tramonto!.
La morte è un supplizio nella misura in cui non è semplice privazione del diritto di vivere, ma occasione di calcolate sofferenze.
Vivere significa nascere a ogni istante. La morte subentra quando il processo della nascita cessa.