Credo che alle coppie faccia bene separarsi per brevi periodi.
Mi entusiasmano le piccole cose di tutti i giorni, alzarsi dal letto, vestirsi, cucinare. Trovo che sia tutto così eccitante.
Penso sia salutare per le coppia restare distanti l'uno dall'altro per brevi periodi.
Non è vero che l'amore è cieco; è solo presbite: più ci si allontana, più si vede chiaro.
La solitudine non la si trova, la si crea.
Non fidarsi mai né di un marito troppo lontano, né di uno scapolo troppo vicino.
L'amore andrà tanto lontano dall'anima quanto dagli occhi.
Quelli veramente legati non hanno bisogno di corrispondenza, quando si incontrano di nuovo dopo molti anni di separazione, la loro amicizia è più vera che mai.
Non raccontate mai niente a nessuno. Se lo fate, finisce che sentite la mancanza di tutti.
Ci telefoniamo perché solo nel chiamarci a lunga distanza si perpetua il richiamo della lontananza, il grido di quando la prima grande crepa della deriva dei continenti s'è aperta sotto una coppia di esseri umani.
Ogni separazione ci fa pregustare la morte, e ogni rivederci ci fa pregustare la resurrezione. Perciò le stesse persone, che erano state indifferenti l'una all'altra, si rallegrano tanto, quando, dopo venti o trent'anni, si incontrano di nuovo.
Nella separazione. Non nel modo in cui un'anima si accosta all'altra, ma nel modo in cui se ne allontana, riconosco la sua parentela e affinità con l'altra.
L'assenza è una piú acuta presenza. Vale per la voce, per l'udito. Vale per le persone che c'erano e non ci sono piú. Vale per noi che non smettiamo un momento di cercare ciò che non c'è. Di desiderare quello che manca.