In politica capisci che stai vincendo quando gli avversari ti rubano le idee.
Ci muoviamo un po' alla volta in termini di centimetri, non di chilometri. La politica è questo.
I dimostranti possono anche far sentire la loro voce, ma alla fine sono i governi a cambiare le sorti del mondo.
La vita non si occupa del bene e del male, ma di vittorie e di sconfitte.
Se non ci si interessa di quello che succede, se ne diventa responsabili.
L'uomo saggio si ferma quando comprende che la sua condotta è sbagliata e ripara il male. L'unico peccato è l'orgoglio.
Quando la religione diventa un grande potere all'interno dello Stato, lo Stato di per sé perde potere sui suoi cittadini.
Gli italiani sono un popolo di sedentari. Chi fa carriera ottiene una poltrona.
Se sempre e comunque le macchine politiche costruite per dar corpo alla democrazia sono destinate a riprodurre rapporti oligarchici di comando-obbedienza e a generare implacabilmente nuove «aristocrazie interne», allora tanto vale affidarsi al rapporto diretto tra il Capo e la Massa.
La politica lasciata a se stessa porta una tirannia dentro di sé.
La politica è sintesi di teorie e di interessi, di principi e di fatti; la politica è vita nel senso più completo della parola.
La sconfitta deve quindi insegnare a capire molto di più di quanto è giusto, per discutere, costruire e proporre il giusto all'Italia che tuttora si interroga.
Il prezzo pagato dalla brava gente che non si interessa di politica è di essere governata da persone peggiori di loro.
Chi sostiene che la religione non abbia nulla a che vedere con la politica non sa che cosa significhi religione.
Sì, dobbiamo dividere il nostro tempo in questo modo, tra la nostra politica e le nostre equazioni. Ma per me le nostre equazioni sono ben più importanti, dato che la politica è qualcosa che riguarda solo il presente. Un'equazione matematica dura per sempre.
Nessuna scienza è immune dalle infezioni della politica e dalla corruzione del potere.