Per essere felici ci vuole coraggio.
Gli uomini se ne vanno quando il loro coraggio viene messo alla prova. Di noi ciò che viene messo alla prova è la pazienza, il saper vivere senza di loro.
Non dal volto si conosce l'uomo, ma dalla maschera.
L'uomo e la donna sono due scrigni chiusi a chiave, dei quali uno contiene la chiave dell'altro.
I bianchi di solito cercano in tutti i modi di proteggersi dall'ignoto e dagli assalti del fato. L'indigeno, invece, considera il destino un amico, perché è nelle sue mani da sempre.
Dio ha creato il mondo rotondo cosicché noi non si possa mai essere capaci di vedere troppo lontano lungo la strada.
Il coraggio è dominare la paura, non l'assenza di paura.
Colui che affronta, pur temendole, le cose che si deve, e che corrispondentemente ha ardire come e quando si deve, è coraggioso.
Il perdono è del coraggioso, non del vigliacco.
Le idee ispirate dal coraggio sono come le pedine negli scacchi. Possono essere mangiate ma anche dare avvio ad un gioco vincente.
Superare un limite, un confine stabilito, prima che coraggio, è disciplina, esperienza, aiuto della scienza, della medicina, della fisiologia, della psicologia. Solo concentrando nel corpo e nella mente queste cose si può diventare padroni dell'estremo.
Il coraggio è anche questo: la consapevolezza che l'insuccesso fosse comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdesi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.
Sostienmi, O mio coraggio. Ecco l'orrendo Volto di morte! Arricciasi ogni pelo, E l'alma al cor precipita fremendo.
La paura è necessaria, diffido sempre di chi afferma di non aver paura, si tratta di idioti o incoscienti. La paura ci mostra le nostre oscure prigioni. E' poi il coraggio a portare la luce.
Soltanto di rado anche il più coraggioso tra noi possiede il coraggio di ciò che veramente sa.
Al mondo non c'è coraggio e non c'è paura, ci sono solo coscienza e incoscienza. La coscienza è paura, l'incoscienza è coraggio.