Non dal volto si conosce l'uomo, ma dalla maschera.
Per essere felici ci vuole coraggio.
I bianchi di solito cercano in tutti i modi di proteggersi dall'ignoto e dagli assalti del fato. L'indigeno, invece, considera il destino un amico, perché è nelle sue mani da sempre.
Iniziò la nostra amicizia con un dono. Me ne diede un'altro più bello: lo sguardo sul mondo attraverso gli occhi di Dio.
Che cos'è l'uomo, quando ci pensi, se non una macchina complicata e ingegnosa per trasformare, con sapienza infinita, il rosso vino di Shiraz in orina?
Nessuno può portare a lungo la maschera.
Quando analizziamo la persona le strappiamo la maschera e scopriamo che quello che sembrava individuale, alla base è collettivo.
La vita, qua, schiaccia il piede a uno; cava là un occhio a un altro... Gamba di legno, occhio di vetro, e avanti! Ciascuno si racconcia la maschera come può la maschera esteriore. Perché dentro poi c'è l'altra, che spesso non s'accorda con quella di fuori. E niente è vero!
Una maschera ci dice più di un volto.
Imparerai a tue spese che lungo il tuo cammino incontrerai ogni giorno milioni di maschere e pochissimi volti.
Un uomo non è del tutto se stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera, e vi dirà la verità.
Il volto è servile e servizievole, la maschera è dispotica e intransigente. Il volto ti viene dato, e si esprime su un unico piano orizzontale; la maschera si impone, ed è verticistica anche quando sempre piana.
Gli uomini portano una maschera, le donne due.