Non è possibile sentirsi vivi senza essere consapevoli che si deve morire.
È facile scoraggiarsi, quando anche chi ti è più vicino perde la fiducia in te.
L'indovino cerca di interpretare qualcosa che in realtà è oscuro.
Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre.
Non era triste che la maggior parte delle persone si dovesse ammalare per rendersi conto che è bello vivere?
Chi sogna, e chi viene sognato, non sono svegli alla stessa misura.
Quando si consegue la calma interiore propria di una visione generale, l'essenziale si scinde dal non essenziale.
Che dobbiamo morire, lo sappiamo; non è che l'ora ed i residui giorni che gli uomini si curano di sapere.
Una volta che ascolti i dettagli della vittoria, è difficile distinguerla dalla sconfitta.
Non veda l'occhio ciò che fa la mano; ma accada ciò che l'occhio, una volta compiuto, temerà di guardare.
Dove sei nella consapevolezza ha tutto a che fare con ciò che vedi nell'esperienza.
Sii ciò che tu sei. Questo è il primo passo verso il diventare migliore di quanto tu sia.
L'altrui lode deve seguirci spontaneamente; noi dobbiamo occuparci soltanto della cura della nostra anima.
L'uomo è il più disgraziato degli animali: insieme alla imbecillitas corporis, comune a tutti i viventi, possiede anche la inquietudo animi, ovvero la consapevolezza di dover muorire.
Per sviluppare la chiara comprensione è necessario vivere in presenza mentale, in diretto contatto con la vita nel momento presente, vedendo con consapevolezza che cosa realmente avviene dentro e fuori di noi.
La libertà di decidere è renderti conto che stai decidendo.