La spada della giustizia non ha fodero.
Chi disputa col proprio dovere è sul punto di violarlo.
La ragione può solo parlare, è l'amore che canta.
L'esagerazione è la menzogna delle persone perbene.
Non ci sarebbe alcuna filosofia senza l'arte di ignorare le obiezioni.
Qualsiasi autorità, ma soprattutto quella della Chiesa, deve opporsi alle novità senza lasciarsi spaventare dal pericolo di ritardare la scoperta di qualche verità, inconveniente passeggero e vantaggio del tutto inesistente, paragonato al danno di scuotere le istituzioni e le opinioni correnti.
Se noi riconosciamo che errare è dell'uomo, non è crudeltà sovrumana la giustizia?
Il perdono non sostituisce la giustizia.
La giustizia non è mossa dalla fretta... e quella di Dio ha secoli a disposizione.
Affinché il nostro desiderio infinito di giustizia possa essere colmato, occorre un giudice che adempia a queste tre condizioni: essere il signore della Storia; conoscere il segreto dei cuori; e operare per la riconciliazione e non per la distruzione.
Certo non è cosa ragionevole l'opporre la compassione alla giustizia, la quale deve punire anche quando è costretta a compiangere, e non sarebbe giustizia se volesse condonar le pene dei colpevoli al dolore degli innocenti.
Il segreto della giustizia sta in una sempre maggior umanità e in una sempre maggiore vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore.
Con la giustizia si contraccambi il male e con il bene si contraccambi il bene.
La giustizia nei confronti dell'individuo, fosse anche il più umile, è tutto. Il resto viene dopo.
La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d'animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia.
Il silenzio davanti alla giustizia è una specie di ribellione. Lesa giustizia è lesa maestà.