L'editore cavalca il turbine e dirige la tempesta.
Non è facoltà dei mortali di comandare al successo; ma faremo di meglio, Sempronio: lo meriteremo.
Così io vivo nel mondo più come osservatore dell'umanità che come appartenente alla specie.
Non vi è nulla che trovi così presto la via dell'anima come la bellezza, la quale permea subito l'immaginazione di una soddisfazione e di un compiacimento segreto, e dà una rifinitura a tutto ciò che è grande o inusitato.
Se dobbiamo credere ai nostri logici, l'uomo si distingue da tutte le altre creature per la facoltà di ridere.
Raro che gli uomini che nutrono il massimo rispetto per le donne godano di qualche popolarità tra loro.
Chi più sproporzionato di un editore che si mette davanti all'arte con le sue grosse mani terrene, i suoi occhiali e i suoi conti?
Si pubblicano molti libri di stupidi perché di primo acchito ci convincono. Il redattore editoriale non è tenuto a riconoscere lo stupido. Non lo fa l'accademia delle scienze, perché dovrebbe farlo l'editoria?
Gli editori, così gentili quando non si pubblica con loro.
Scrivere? A che pro? Dov'è l'editore? Certo non pagherà, anzi vorrà essere pagato. Nei giornali? Il direttore è stato prescelto fra i quattro o cinque autentici cretini della città.
È più facile camminare con Cristo sulle acque che con un editore attraverso la vita.