Nel pensare a voce alta c'è sempre una certa arroganza.— Jonathan Franzen
Nel pensare a voce alta c'è sempre una certa arroganza.
Il fascino dell'impossibile, la sicurezza delle cose senza futuro.
L'età andava in un'unica direzione, e l'istinto di conservazione, davanti a quel dato di fatto, lo incitò a scappare finché era ancora in tempo.
Diventare amico di una persona su Facebook significa semplicemente includerla nella nostra personale sala degli specchi adulatori.
Era facile incolpare la madre. La vita era un'infelice contraddizione, desideri infiniti ma scorte limitate, la nascita come biglietto per la morte: perché non dare la colpa alla persona che ti aveva appioppato la vita?
È ciò che pensiamo di sapere già che ci impedisce di imparare cose nuove.
Gli intellettuali sono persone che credono che le idee siano più importanti dei valori. Vale a dire, le loro proprie idee e i valori degli altri.
Ricchezza e onori e in più arroganza si lasciano dietro rovina. A opera compiuta, ritirarsi: questa è la via del cielo.
L'irrilevanza non è un insulto. In una società volgare, può essere una virtù.
La tua arroganza sarà il bastone tra le tue ruote.
L'apprendimento e l'innovazione vanno mano nella mano. L'arroganza del successo è di pensare che ciò che hai fatto ieri sarà sufficiente per domani.
È superstizioso riporre le proprie speranze nelle formalità, ma arrogante rifiutare di sottomettervisi.
Quanto siamo arroganti, no? Abbiamo così paura di invecchiare che facciamo di tutto per evitarlo. Non ci rendiamo conto di che privilegio sia diventare vecchi con qualcuno. Qualcuno che... che non ti spinga a commettere un omicidio.
Il rispetto della parola è il fondamento della legge. Faremo perciò le battaglie che abbiamo sempre fatto in difesa dell'onestà, la trasparenza e la povertà che abbiamo sempre praticato contro l'arroganza dei troppo ricchi e dei padroni.
Ci sono persone che sanno tutto, e purtroppo è tutto quello che sanno.