Il pensiero 'potere al popolo' non è rivoluzionario: il nostro paese è stato fondato su questo concetto.
Il passaggio dall'«Europa dei mercati» all'«Europa dei diritti» diviene così ineludibile, condizione necessaria perché l'Unione possa raggiungere piena legittimazione democratica.
La democrazia non è un regime diverso da altri. È solo una delle tante forme, forse la più subdola, che nella Storia ha preso il potere oligarchico. Quelli si erano inventati i diritti del sangue, questi il consenso democratico.
Quanto più gravi sono i problemi, tanto maggiore è il numero di inetti che la democrazia chiama a risolverli.
La democrazia non può venire imposta ad una società, e nemmeno è un regalo che possiamo tenere per sempre. Deve essere conquistata lottando duramente e deve venire difesa daccapo ogni giorno.
Comune alla democrazia, all'oligarchia, (alla monarchia) e ad ogni costituzione è la necessità di badare a che nessuno si innalzi in potenza tanto da superare la giusta misura.
Noi la democrazia siamo qui per difenderla, non per praticarla!
Non vi è alcuna giustificazione all'idea che, finché il potere è conferito tramite procedure democratiche, non sarà arbitrario. Non è l'origine ma la limitazione del potere che ne previene l'arbitrarietà.
Io affermo che il nostro mondo, il mondo delle democrazie occidentali, non è certamente il migliore di tutti i mondi pensabili o logicamente possibili, ma è tuttavia il migliore di tutti i mondi politici della cui esistenza storica siamo a conoscenza.
La democrazia non arriva per dichiarazioni, né arriva per pressioni o embarghi; può arrivare attraverso il dialogo.
Gli uomini che avevano responsabilità di governo in passato erano considerati unti dal Signore. Ma con la democrazia il potere del governo è nella sovranità del popolo, e quindi potremmo dire che sono unti dagli elettori.