Nessuno torna in Congo se non è costretto a farlo.
Se ogni neonato era un miracolo di perfezione, la vita non era altro che un processo distruttivo.
Cercava sempre di concedere agli altri una seconda possibilità di finire sul suo libro nero.
Avere paura di quello che non si conosce è una reazione naturale, e chi non ce l'ha non vive a lungo.
Onorevole è il suicidio nel momento in cui la malattia rende la morte preferibile alla vita.
Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli.
È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria.
Ah! Il viaggio è un bagno di umiltà: ti rendi conto di quanto è piccolo il luogo che occupi nel mondo.
I grandi viaggi hanno questo di meraviglioso, che il loro incanto comincia prima della partenza stessa. Si aprono gli atlanti, si sogna sulle carte. Si ripetono i nomi magnifici di città sconosciute.
Sotto l'azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto:«più in là»
Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove.
Se da giovani viaggiare è utile, da meno giovani diventa fondamentale. La curiosità è l'antiruggine del cervello.
Incontrami per la città, mentre vago per la città, in cerca di qualcosa che non so, incontrami e sorridimi, poi va per la tua strada.
Mamma e Arnold decisero che volevano viaggiare in giro per il mondo. A settant'anni, eh?
Il viaggio è un sentimento, non soltanto un fatto.