Per me la morte non è una cosa spaventosa. Vivere è invece una maledizione.
Prendiamo in mano la nostra vita. L'abbiamo abbandonata. Siamo arrivati stanchi. Noi non abbiamo commesso suicidio. Abbiamo commesso un atto di suicidio rivoluzionario per protestare contro le condizioni di un mondo disumano.
Tutta la mia vita ho sofferto di povertà, ho affrontato molte delusioni e dolore. Ecco perché voglio fare felici gli altri e voglio che si sentano come a casa.
La più gran soddisfazione che si possa dare al prossimo e che poi senza nessun dubbio ci procura le maggiori lodi, è quella di morire.
Io ho il diritto di scegliere la mia morte per il bene degli altri.
La morte è il riposo, ma il pensiero della morte è il disturbatore di ogni riposo.
Né visita di morto senza riso, né sposalizio senza pianto.
La morte è così poco temibile che proprio per merito suo non dobbiamo temere nulla.
Vorrei morire ucciso dagli agi. Vorrei che di me si dicesse: "Come è morto? Gli è scoppiato il portafogli".
Vivere nuoce gravemente alla salute.
Non c'è nulla di certo nella vita di un uomo, tranne questo: che egli deve perderla.
Tutte le nostre conoscenze ci aiutano solo a morire di una morte un po' più dolorosa di quella degli animali che nulla sanno.
Se la morte non fosse una forma di soluzione, i viventi avrebbero trovato un modo qualsiasi di aggirarla.