Dio ci chiama alla perfezione ma non è un perfezionista.
Non si può diventare veramente liberi se non accettando di non esserlo sempre.
Se ci è così difficile accettare le nostre miserie, è perché abbiamo il sentore che esse non ci facciano più amare: siccome in questo o quel settore della nostra vita siamo manchevoli, ci diciamo che non meritiamo di essere amati.
Le imperfezioni degli altri ci aiutano anche a non attenderci da loro una qualche felicità, pienezza o compimento che in realtà possiamo trovare in Dio soltanto.
La perfezione si raggiunge non tanto attraverso la conformità ad un ideale, quanto attraverso la fedeltà interiore a delle ispirazioni.
Qualche volta il perfezionismo nasce dalla paura di essere presi in giro.
Il perfezionista si porta addosso un male tremendo: la predisposizione alla depressione.
Sono un maledetto perfezionista: non mi accontento mai. Alcuni dei miei colpi vengono da sé, ma dietro ad altri c'è moltissimo lavoro.