Chi non ha visto il calar della notte non giuri d'inoltrarsi nelle tenebre.
Non tutto quel ch'è oro brilla, né gli erranti sono perduti; il vecchio ch'è forte non s'aggrinza, le radici profonde non gelano. Dalle ceneri rinascerà un fuoco, l'ombra sprigionerà una scintilla; nuova sarà la lama ora rotta, e re quei ch'è senza corona.
Poiché siamo costretti tra le sbarre di una prigione, la nostra non è la disdicevole fuga del disertore di fronte al nemico, ma la legittima evasione del prigioniero.
Sibila, sferza, la frusta schiocca! Colpisci, e un gemito gli esca di bocca! Cammina svelto senza sosta; già gli orchi trincano e fanno festa ebbri danzano in giro pazzo sotto terra, oh ragazzo!
Colui che rompe un oggetto per scoprire cos'è, ha abbandonato il sentiero della saggezza.
Pallido intanto sull'Abnobie rupi Il Sol cadendo raccogliea d'intorno Dalle cose i colori, e alla pietosa Notte del mondo concedea la cura.
Di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Tutto si addolcisce e si attenua, anche le rughe del viso e quelle dell'anima.
Con questa filosofia l'animo mi s'aggrandisse, e me si magnifica l'intelletto. Però, qualunque sii il punto di questa sera ch'aspetto, si la mutazione è vera, io che son ne la notte, aspetto il giorno, e quei che son nel giorno, aspettano la notte.
E ora non piangere perché presto la notte finirà con le sue perle stelle e strisce in fondo al cielo e ora sorridimi perché presto la notte se ne andrà con le sue stelle arrugginite in fondo al mare.
Le notti in cui rimani sveglio a fare l'amore, chiacchierare e ridere fino all'alba, in cui ci si confessano cose intime, cose di cui ci si è sempre vergognati. Sono le notti in cui ti senti così vicino che nessuna distanza ti separa dalla persona al tuo fianco.
Caso mai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!
Ascoltate i pensieri, i presentimenti della notte, perché, in quella pace, come sommesso rumore lontano, si fa la coscienza sentire.
Quelli che sognano di giorno sono consapevoli di tante cose che sfuggono a quelli che sognano solo di notte.
Scrivevo silenzi, notti, notavo l'inesprimibile, fissavo vertigini.
So che la notte non è come il giorno: che tutte le cose sono diverse, che le cose della notte non si possono spiegare nel giorno perché allora non esistono, e la notte può essere un momento terribile per la gente sola quando la loro solitudine è incominciata.