Scrivere è trasformare in soldi i propri momenti peggiori.
Se l'uomo potesse amare il suo prossimo come fa con i cani, il mondo sarebbe un paradiso.
Perché non c'è mai stato uno scrittore come ministro della cultura?
È evidente che la famiglia degli scrittori si ridurrebbe rapidamente a numeri di scarsissima entità, se a chi fa un libro si ponesse la limitazione, fatale, di non dire niente che non rientri nello scopo.
La professione di scrivere libri fa apparire le corse dei cavalli un'attività solida, stabile.
Si dovrebbe considerare uno scrittore come un malfattore, che solo in rarissimi casi merita l'assoluzione o la grazia: questo sarebbe un rimedio contro il dilagare dei libri.
Se uno scrittore è prolifico, date un'occhiata a sua moglie. È quasi sempre brutta. E che volete che faccia il poveretto? Scrive!
Alcuni scrittori prendono gusto al bere, altri al pubblico.
Lo scrittore deve considerare i suoi vecchi testi quali altri testi, che egli riprende, cita o deforma, come farebbe di una moltitudine di altri segni.
L'autore ragionevole non scrive per nessun'altra posterità che per la propria, cioè per la propria vecchiaia, per potere anche allora provar diletto di sé.
Uno scrittore professionista è un dilettante che non ha mollato.
C'è chi crede d'esser un grande scrittore perché tutti lo leggono; e c'è chi crede d'esser un grande scrittore perché non lo legge nessuno.