Le crisi e le avversità, spesso diventano occasione di crescita interiore.
La scrittura è un tentativo disperato di preservare la memoria.
Cerco di non pensare all'indomani; il futuro non esiste, dicono gli indio dell'altipiano, contiamo solo sul passato per trarne esperienza e conoscenza, e sul presente che è appena un batter di ciglia, perché nello stesso istante si tramuta in passato.
La fotografia e la scrittura costituiscono un tentativo di cogliere quegli istanti prima che svaniscano, di fissare i ricordi per dare un senso alla vita.
L'avevo detto, l'ostinazione è un male molto forte; si aggrappa al cervello e spezza il cuore. Di ostinazioni ce ne sono molte, ma quella dell'amore è la peggiore.
La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza chiamata arte. È una ricerca soprattutto spirituale.
La cosa più mirabile del mondo, dice un certo filosofo, è un uomo buono che lotta contro l'avversità; ma c'è una cosa anche più mirabile: un uomo buono che viene a soccorrerlo.
Dovremmo amar più le avversità che le prosperità: queste vagliono a farci uscir di noi stessi, e quelle vi ci fanno entrare.
Le avversità possono essere delle formidabili occasioni.
Il dolce latte dell'avversità, la filosofia.
Non è gran cosa comportarsi da forte nella buona fortuna, quando la vita va a gonfie vele;anche la maestria del pilota non si rivela col mare calmo e il vento in poppa: ci vuole un'avversità che metta il cuore alla prova.
Molti possono sopportare l'avversità, ma pochi tollerano il disprezzo.
Le avversità assomigliano a un forte vento, che non soltanto ci tiene lontani dai luoghi in cui altrimenti saremmo potuti andare, ma ci strappa anche di dosso tutto il superfluo cosicché in séguito ci vediamo come realmente siamo, e non come ci piacerebbe essere.