L'invidia si annida in fondo al cuore umano come una vipera nella sua tana.
Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad 'usum delphini', e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.
Nessuna donna, per quanto gran moralista può essere, può essere eguale a un uomo.
Il bruto si copre, il ricco e lo sciocco si adornano, l'elegante si veste.
La forza crea l'abuso.
Non vi è che l'ultimo amore di una donna capace di soddisfare il primo di un uomo.
Che se ne fa l'uomo del danaro, se non lo aiuta a suscitare l'invidia del prossimo mediante lo sfarzo di indumenti rari? Che gusto c'è a vestirsi di lana o di tela, se tutto il mondo ne fa uso?
L'invidia è un cieco che vuole strapparti gli occhi.
L'invidia del cretino per l'uomo brillante trova sempre qualche consolazione nell'idea che l'uomo brillante farà una brutta fine.
Invidia, radice d'infiniti mali e tarlo delle virtù! Tutti i vizi seco si traggono.
Nessuno è gran che da invidiare, innumerevoli sono da compiangere molto.
Ogni volta che penso alla crocifissione di Cristo, commetto il peccato dell'invidia.
L'invidia è quel sentimento che nasce nell'istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti.
Un successo letterario clamoroso riesce a spegnere l'invidia, non ad accendere la stima.
Sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti.
Guardatevi da coloro che si indignano con facilità dal momento che l'indignazione è separata dalla indegnità solo attraverso il velo sottile dell'invidia.