Il dolore ci fa più grandi di quanto noi stessi avremmo voluto.
L'uomo è grande poiché si riconosce miserabile. Un albero non si riconosce miserabile. Si è quindi miserabili perché ci si riconosce miserabili: ma è essere grandi riconoscere che si è miserabili.
Possediamo soltanto ciò che sappiamo di dover perdere, ciò che desideriamo perdere.
La demenza non può riconoscere se stessa, nello stesso modo con cui la cecità non può vedersi.
Sapeva che quella era la sua maledizione e la sua condanna, ma proprio per questo, forse, non trovava la forza di staccarsene. E nessuno a bordo scorgeva il mostro, tranne lui.
Queste sono state le prime grandi emozioni della mia infanzia, l'umiliazione di dover andare al Monte di Pietà, il senso di questa mia famiglia carina, meravigliosa con me, ma in fondo debole, vulnerabile.
Abbiamo bisogno di stare con la nostra famiglia non perché ci siano tante esperienze comuni di cui parlare, ma perché i familiari sanno esattamente su quali argomenti è meglio sorvolare.
Si può essere padroni di ciò che si fa, ma mai di ciò che si prova.
Tutti abbiamo dei desideri che preferiremmo non svelare ad altre persone e desideri che non ammettiamo nemmeno di fronte a noi stessi.
La verità è che tutti noi otteniamo i più grandi successi e ogni felicità possibile in questa vita ogni volta che usiamo le nostre capacità innate nella loro massima estensione.
Ogni uomo che ha una mente e lo sa può sempre battere dieci uomini che non ce l'hanno e non lo sanno.