Una massima non è mai nuova; però è sempre consolante.— Gustave Flaubert
Una massima non è mai nuova; però è sempre consolante.
Ogni borghese, nell'ardore della giovinezza, fosse pure per un giorno, per un attimo, s'è creduto capace di immense passioni e di straordinarie gesta. Il più incapace dei libertini ha sognato delle sultane, ogni notaio porta in sé i ruderi d'un poeta.
Cos'è, in fondo, il cattivo gusto? È invariabilmente il gusto dell'epoca che ci ha preceduto.
In fin dei conti il lavoro è ancora il mezzo migliore di far passare la vita.
L'orgoglio è una bestia feroce che vive nelle caverne e nei deserti; la vanità invece, come un pappagallo, salta di ramo in ramo e chiacchiera in piena luce.
Il tenore ha sempre una voce «incantevole» e «tenera», il baritono un organo «simpatico» e «ben timbrato», il basso un'emissione «potente».
La massima si digerisce meglio con una giardiniera di minime.
Uno dei rischi di scrivere delle massime è che ci si mette nella condizione di essere citati.
Sogno proibito della minima: diventare massima.
Nel mondo si possono trovare tutte le buone massime; non c'è che da applicarle.