Operaio. Sempre onesto, quando non fa sommosse.
Il successo è una conseguenza, non un obiettivo.
Perché voler essere qualcosa quando si può essere qualcuno?
Il fascino della storia, come quello del mare, risiede in ciò che cancella: l'onda che sopraggiunge fa sparire dalla sabbia la traccia della precedente.
Eccezione: dite che "conferma la regola" ma non azzardatevi a spiegare come.
Ciascuno mostra ciò che è, dagli amici che ha.
La differenza tra un intellettuale e un operaio? L'operaio si lava le mani prima di pisciare e l'intellettuale dopo.
L'operaio è fatto esattamente come ogni altro uomo, e perciò vuole esattamente quel che vogliono gli altri, in quel determinato momento storico: il frigorifero, l'utilitaria, la camicia bianca, la domestica a ore e i film di James Bond.
Solo gli operai sanno quanto vale il tempo; se lo fanno sempre pagare.
Il risultato di questo lungo allenamento è che, mentre il borghese, entro certi limiti, si aspetta di ottenere ciò che desidera, l'operaio si sente sempre lo schiavo di una più o meno misteriosa autorità.
L'operaio non è né tedesco, né italiano, né slavo, né francese, egli è bensì il lavorante del tempio della pace...
Più oggetti l'operaio produce, meno può possederne e tanto più cade sotto il dominio del suo prodotto, del capitale.
Borghese vuole dire ciò che l'operaio diventa appena gli si offre la minima opportunità.
Ciò che resta originario nell'operaio è ciò che non è verbale: per esempio la sua fisicità, la sua voce, il suo corpo. Il corpo: ecco una terra non ancora colonizzata dal potere.
L'operaio è diventato una merce ed è una fortuna per lui trovare un acquirente. E la domanda, da cui dipende la vita dell'operaio, dipende dal capriccio dei ricchi e dei capitalisti.