La vittoria è di chi si astiene.
Chi è il più felice degli uomini? Chi apprezza i meriti degli altri, e trova gioia nel loro piacere, come se fossero suoi propri.
In arte soltanto l'ottimo è buono abbastanza.
Non si arriva mai tanto lontano come quando non si sa più dove si va.
Tutti i professionisti sono handicappati dal non essere autorizzati a ignorare le cose che sono inutili.
Conoscere i luoghi, vicino o lontani, non vale la pena, non è che teoria; saper dove meglio si spini la birra, è pratica, è vera geografia.
Vincere turpemente non è vincere.
Non possono esservi transazioni, non possono esservi mezzi termini, non può esservi pace che garantisca a metà la stabilità di un paese. La vittoria deve essere totale.
I perdenti hanno tonnellate di varianti. I campioni hanno il vanto di imparare a battere gli stessi vecchi noiosi colpi vincenti.
Se c'è una cosa che essere un vincitore non garantisce è la salvezza dei propri figli.
Sono i vinti che governano il mondo.
La vittoria ha moltissimi padri, la sconfitta è orfana.
Non è necessario sperare nella vittoria per battersi con onore per la propria bandiera.
Per avere la vittoria finale, bisogna essere senza pietà.
Non possiamo ingannare la morte ma possiamo farle fare così tanta fatica che quando arriverà a prenderci saprà di avere ottenuto una vittoria altrettanto perfetta della nostra.