I sacerdoti devono possedere un magazzino di speranza per darne agli altri.
L'obbedienza è la furbizia dei santi; è un talismano che indora tutte le cose.
I santi non sono nati, ma si sono fatti santi.
L'invidia non tocca solamente i cattivi, ma anche i buoni e nelle cose buone... È una tristezza, una malinconia, è come una malattia del cuore.
Che cos'è una comunità senza carità fraterna? Un purgatorio o meglio un inferno anticipato.
A che serve un prete se non a dare speranza?
Un prete che non sta nella sua stanzetta a confessare le vecchiette o a dare le caramelle ai bambini, è un sacerdote che viene visto con sospetto.
Il prete dura benché i ciechi soltanto non s'accorgono che egli è il primo a farsi beffe delle favole che spaccia.
I preti debbono restringersi a dirigere le cose del culto.
Oggi vanno di moda i preti elastici. Concilianti con i protestanti. Commossi con gli ortodossi. Disinvolti con i capovolti. Felici con le peccatrici. Le sposerebbero!
Nel mondo intero sarà possibile la fratellanza umana ove sia liberato dai preti.
L'orazione al sacerdote è come l'acqua al pesce, l'aria all'uccello, la fonte al cervo.
Uno spartano domandò a un sacerdote che voleva confessarlo: «A chi devo confessare i miei peccati, a Dio o agli uomini?». «A Dio», rispose il prete. «Allora, ritirati, uomo».
Preti, e Frati, canagie buzarae, Zente d'ogni estrazion, razza de muli, Ch'andè a sti Putti buzarando i Culi, E chiavando le Donne maridae.